FARE SCIENZA IN MODO PARTECIPATO: ESEMPI DI APPLICAZIONE DELLA CITIZEN SCIENCE

di Andrea SFORZI

direzione@museonaturalemaremma.it
Direttore del Museo di Storia Naturale della Maremma
Membro del Board of Directors della European Citizen Science Association (ECSA)

Gli attori della Citizen Science

Sempre più spesso ricercatori specialisti e i fondi a disposizione della comunità scientifica sono limitati e comunque insufficienti ad affrontare i problemi connessi al monitoraggio e alla conservazione della biodiversità a livello sia locale sia regionale. Il coinvolgimento diretto dei cittadini nello studio e nella conservazione attiva della biodiversità rappresenta, da questo punto di vista, una nuova, promettente frontiera. L’acquisizione di conoscenze di dettaglio sulla biodiversità di un’area può essere oggi rappresentata dalla partecipazione di un numero crescente di soggetti diversi. Uno dei punti di forza di questo processo è rappresentato dalla sensibilità ambientale dei cittadini impegnati nella raccolta dati in campo: persone accomunate dalla volontà di imparare, partecipare e contribuire.

In molte parti d’Europa la conservazione della biodiversità si avvale dell’attività di un gran numero di gruppi e associazioni, che si occupano di monitoraggio di grandi gruppi sistematici (libellule, anfibi, rettili), ma anche di piccoli gruppi o singole specie.

Ma qual è la motivazione di un citizen scientist in campo ambientale? Indagini condotte in contesti con una certa tradizione in questo campo dimostrano che sono molti i motivi per cui si può decidere di aderire ad un progetto di Citizen Science (CS). La maggior parte dei citizen scientist svolgono la loro attività a beneficio della collettività, essendo principalmente motivati dall’opportunità di socializzare, realizzare nuove amicizie e lavorare in gruppo; altre motivazioni importanti sono l’arricchimento culturale (ad esempio acquisire nuove abilità e migliorare lo stato delle proprie conoscenze). Se ne avvantaggiano la qualità della vita e il benessere individuale dei partecipanti, per i quali si registra un positivo coinvolgimento a favore della sostenibilità.

A livello globale, migliaia di progetti coinvolgono attualmente milioni di individui nella raccolta, organizzazione, trascrizione e analisi di un enorme numero di dati scientifici relativi a molte tematiche diverse, dai microbiomi agli insetti, dalla qualità dell’acqua alle galassie. In questo processo i musei di storia naturale giocano un ruolo centrale per quanto concerne la promozione di attività di scienza partecipata e lo sviluppo di nuove forme di coinvolgimento del pubblico (Sforzi et al. 2018).

Va infine corretta una errata percezione degli aspetti economici connessi alla CS: la CS, seppur basata sul coinvolgimento di volontari, non è gratuita. Per funzionare correttamente essa ha infatti bisogno di tenere in piedi un sistema più o meno complesso di relazioni, comunicazione, feed-back, analisi, che ne garantiscano l’efficacia. In alcuni contesti il numero e l’ampiezza dei dati raccolti dai cittadini (basti pensare, ad esempio, a progetti sull’inquinamento sonoro o di qualità dell’aria) è di gran lunga superiore a quanto potrebbe essere realizzato con le risorse umane e i fondi ordinari a disposizione degli enti di ricerca.

Quanti tipi di Citizen Science esistono?

Per loro stessa natura, i progetti di Citizen Science possono collocarsi lungo un gradiente che va dalla ricerca scientifica pura alla divulgazione. Essi sono in grado di fornire un contributo prezioso al miglioramento ed incremento del livello delle conoscenze e all’accrescimento culturale individuale, in un momento storico caratterizzato da una crisi della biosfera senza precedenti. Agevolare il processo scientifico e avvicinare il pubblico alla scienza costituiscono infatti due finalità strettamente interconnesse e funzionali l’una all’altra.

Studi recenti hanno suggerito vari criteri per descrivere le diverse tipologie di CS. Tra questi, uno degli schemi più diffusi individua quattro tipologie di progetti, sulla base del crescente coinvolgimento dei partecipanti: contributivo (contributory), collaborativo (collaborative), condiviso (co-creative) ed estremo (extreme). Rientrano nella Citizen Science contributiva quei progetti in cui i cittadini si mettono semplicemente a disposizione per raccogliere osservazioni, per indossare sensori in grado di registrare parametri ambientali durante i propri spostamenti abituali o per inserire dati al pc seguendo precise indicazioni. Nella CS collaborativa i cittadini vengono coinvolti maggiormente e sono potenzialmente in grado di interpretare alcuni fenomeni scientifici, mentre nella CS condivisa il coinvolgimento include sia la fase di definizione del problema sia quella della raccolta dei dati (Bonney et al. 2009). Infine, nella Citizen Science estrema il coinvolgimento dei partecipanti include ogni fase del progetto, dalla definizione del problema alla raccolta dei dati, alla analisi e interpretazione dei risultati.

Esiste oggi un crescente numero di applicazioni delle diverse tipologie di CS, da progetti di monitoraggio ambientale in aree metropolitane alla co-creazione e conduzione di progetti con tribù indigene in aree remote del pianeta, basate sull’utilizzo di idiomi. In un così vasto panorama di soluzioni non è semplice orientarsi e valutare pienamente l’efficacia e l’applicabilità della CS ai vari contesti. Si fa sempre più spazio il concetto che la creatività degli scienziati può produrre ancora molte soluzioni, utilizzando quanto la tecnologia propone di nuovo, ma anche quanto la tradizione e le conoscenze di esperti locali possono offrire, per ideare soluzioni sempre diverse. In ogni caso, alla base di ogni attività si colloca sempre il metodo scientifico, che rimane l’elemento imprescindibile e centrale del discorso.

Le associazioni internazionali di Citizen Science

In Europa la CS sta crescendo in modo esponenziale. Nel 2014 si è costituita ECSA (European Citizen Science Association), l’Associazione Europea di Citizen Science, con sede a Berlino. ECSA si prefigge di identificare, sviluppare e promuovere le migliori pratiche e le eccellenze in tema di CS, sviluppare e supportare un approccio comune a livello europeo ed ampliare il sostegno politico in Europa, lavorando a stretto contatto con i Governi e le realtà esistenti e supportando la crescita di comunità nazionali di CS. Nell’immediato futuro c’è inoltre la volontà di sviluppare programmi di CS di dimensione transnazionale. Oggi ECSA è una realtà in forte crescita, con oltre 260 membri istituzionali da 30 paesi.

Nello stesso periodo si sono costituite negli USA la CSA Citizen Science Association, (network internazionale) e la ACSA Australian Citizen Science Association. ECSA lavora a stretto contatto con le altre associazioni internazionali nella promozione di progetti e nella messa a punto di procedure e standard operativi. Questa collaborazione rafforza notevolmente la capacità organizzativa e politica della CS e pone le basi per un suo sempre maggiore consolidamento, intendendo per questo non solo il rafforzamento dei processi e degli standard scientifici, ma anche la capacità di interloquire con la componente politica e indirizzare scelte basate su set di dati raccolti in modo partecipato e affidabile. In seno alla CSA è inoltre nata recentemente la prima rivista scientifica internazionale di settore, Citizen Science: Theory & Practice. Open access e peer-reviewed, CS-T&P si propone come punto di riferimento per i lavori scientifici che mirano a far progredire il settore della Citizen Science. La rivista è aperta a ricercatori, tecnici informatici, biologi della conservazione, educatori, urbanisti, ecc. con lo scopo di condividere le migliori pratiche per concepire, sviluppare, attuare, valutare e sostenere progetti che facilitano la partecipazione pubblica in ambito scientifico, in qualsiasi disciplina. Come affermano i promotori di CS-T&P, lo scopo ultimo è quello di realizzare un nuovo contenitore di informazioni accademiche accessibili a tutti, in alternativa alle pubblicazioni tradizionali, accessibili esclusivamente ai professionisti di settore.

 

I principi della Citizen Science

Una delle prime azioni promosse dalla Associazione Europea di Citizen Science tramite il suo gruppo di lavoro “Sharing best practice and building capacity”, coordinato dal Museo di Storia Naturale di Londra, è stata la stesura dei 10 principi di Citizen Science, tradotti ad oggi in 27 lingue per garantirne la massima diffusione possibile:

  1. I progetti di CS coinvolgono attivamente i cittadini in attività scientifiche che generano nuova conoscenza o comprensione. I cittadini possono agire come contributori, collaboratori o responsabili di progetto e ricoprono un ruolo significativo nel progetto.
  2. I progetti di CS producono un risultato scientifico originale. Ad esempio, fornire una risposta ad un quesito di ricerca o mettere in pratica azioni di conservazione, decisioni gestionali o politiche ambientali.
  3. Sia gli scienziati professionisti sia i cittadini coinvolti traggono vantaggio dal prendere parte a progetti di CS. I vantaggi possono includere la pubblicazione dei risultati di una ricerca, opportunità di apprendimento, piacere personale, benefici sociali, soddisfazione per aver contribuito a fornire una evidenza scientifica per, ad esempio, trovare risposte a questioni di rilevanza locale, nazionale e internazionale e, attraverso queste, avere l’opportunità di influire sulle politiche di settore.
  4. Le persone coinvolte in processi di CS possono, se vogliono, prendere parte a più fasi del processo scientifico. Questo può includere lo sviluppo di quesiti di ricerca, mettere a punto un metodo, raccogliere e analizzare dati e comunicare i risultati.
  5. Le persone coinvolte in processi di CS ricevono feedback. Ad esempio, come i loro dati vengono utilizzati e quali sono i risultati nel campo della ricerca, politico e sociale.
  6. La CS è considerata una metodologia di ricerca come qualunque altra, con limiti e margini di errore che devono essere considerati e tenuti sotto controllo. Tuttavia, a differenza delle metodologie tradizionali di ricerca, la CS fornisce opportunità di un ampio coinvolgimento del pubblico e di democratizzazione della scienza.
  7. Dati e metadati provenienti da progetti di CS sono resi pubblicamente disponibili e, ove possibile, i risultati sono pubblicati in un formato open access. La condivisione dei dati può avvenire durante o dopo il progetto, a meno che esistano motivi di sicurezza o privacy che lo impediscano.
  8. Il contributo delle persone coinvolte in progetti di CS viene riconosciuto ufficialmente nei risultati dei progetti e delle pubblicazioni.
  9. I programmi di CS vengono valutati per il loro risultato scientifico, per la qualità dei dati, l’esperienza dei partecipanti e l’ampiezza dell’impatto sociale e sulle politiche di settore.
  10. I responsabili di progetti di CS prendono in considerazione aspetti legali ed etici relativi a copyright, proprietà intellettuale, accordi sulla condivisione dei dati, confidenzialità, attribuzione e impatto ambientale di ogni attività.

La Citizen Science in Italia

Negli ultimi anni anche in Italia si è registrato un crescente interesse per la Citizen Science tra diversi gruppi di stakeholder. Una recente indagine (Bartoccioni, 2015) ha analizzato alcuni aspetti legati alla CS, quali la natura del coinvolgimento dei cittadini, le loro motivazioni e i principali strumenti utilizzati. A partire dal 2005 si è assistito ad una crescita esponenziale dei progetti (85% dei quali sono stati sviluppati negli ultimi dieci anni), la maggior parte dedicati alla biodiversità. A livello nazionale, circa un migliaio di partecipanti sono stati complessivamente impegnati nei progetti LIFE MIPP e CS-MON) e nel progetto InNat. A livello locale, migliaia di persone hanno partecipato attivamente ai Bioblitz annuali in Maremma, in Lombardia e in alcune altre aree d’Italia. In tutta Italia i cittadini interessati hanno aderito a iniziative come workshop e seminari pubblici organizzati da musei e università. Alcuni esempi di queste attività sono: il workshop Citizen science e Aree protette ospitato dal MUSE (Trento), il 19 febbraio 2018; il Darwin Day organizzato dall’Università di Parma il 1 ° marzo 2018; l’evento “Biodiversità con e per i cittadini” organizzato dall’Università di Palermo il 10-11 maggio 2018; diversi incontri organizzati a Grosseto, Siena, Firenze e Pisa nel 2018 e 2019 nell’ambito del progetto Polli:Bright, ecc.

Emergono anche attività rivolte ad un più ampio spettro disciplinare, quali la sismologia, la qualità dell’aria, i rischi legati al dissesto idrogeologico e l’epidemiologia.

La prima Conferenza Italiana di Citizen Science organizzata il 23-25 Novembre 2017 a Roma ha creato un’occasione di visibilità dei progetti e di incontro tra gli esperti di CS presenti a livello nazionale. Il progetto Horizon 2020 “Doing It Together Science” (DITOs), nell’ambito della propria strategia di coinvolgimento per la Responsible Research and Innovation, ha successivamente reso possibile una serie di incontri, che hanno visto la partecipazione di oltre cinquanta esperti di università, centri di ricerca, musei scientifici, associazioni, enti pubblici italiani con vari livelli di esperienza nel settore della CS (Agnello et al., 2018).

L’Accademia Nazionale delle Scienze e il Museo di Storia Naturale della Maremma hanno ospitato una serie di incontri, promossi in collaborazione con ECSA, che hanno portato alla stesura delle “Linee guida per una strategia nazionale per la citizen science in Italia” (DITOs Consortium, 2019). Questo processo ha ottenuto una visibilità internazionale, ponendo il nostro paese tra le realtà a livello europeo che stanno lavorando maggiormente per dotarsi di strumenti concreti di sviluppo della CS a livello nazionale.

 

Il Museo di Storia Naturale della Maremma e la Citizen Science

Tra i precursori della CS in Italia, il Museo di Storia Naturale della Maremma (MSNM) organizza da diversi anni iniziative di partecipazione pubblica per la raccolta di dati naturalistici. Le attività svolte hanno portato inoltre il museo ad essere uno dei soci fondatori della Associazione Europea di Citizen Science, con un ruolo di rilievo nel Board of Directors sin dalla sua istituzione.

Naturae Social Mapping è il progetto stabile di CS del MSNM, che si compone di una serie di attività e funzioni, descritte di seguito.

www.naturaesocialmapping.it
Attraverso la piattaforma web https://www.naturaesocialmapping.it/ è possibile non solo inserire osservazioni di animali, piante e funghi, ma anche accedere a sezioni specifiche, come quelle dedicate agli incontri di CS e ad alcune specie target, per le quali sono state prodotte mappe a livello nazionale, aggiornate in tempo reale. Obiettivo del progetto è coinvolgere i cittadini di tutte le età (con una particolare attenzione ai giovani) in una esplorazione diretta (hands-on) del nostro mondo naturale. Sebbene l’area principale di riferimento sia la Maremma e, più complessivamente, la Toscana, non ci sono limiti spaziali alle segnalazioni, che possono arrivare da varie zone del nostro paese e non solo. Il museo intende contribuire nel lungo termine alla lotta per arrestare la perdita di biodiversità, aumentando la conoscenza e la consapevolezza verso questo tema centrale per la nostra stessa esistenza. A conferma dell’impegno profuso in questo settore, nel 2013 Regione Toscana, Comune Grosseto e Fondazione Grosseto Cultura (ente gestore del museo) hanno firmato il protocollo di intesa Monitoraggio della biodiversità mediante la Citizen Science, con l’intento di sviluppare il concetto di scienza partecipata in Toscana.

Incontri di citizen science. Si tratta di veri e propri corsi di formazione tematici con esperti, gratuiti e aperti a tutti, per imparare a riconoscere le specie animali e vegetali in natura e capirne il ruolo ecologico. Al termine di ogni incontro viene eseguito un test finale, rilasciato un attestato di frequenza e forniti materiali specifici, da utilizzare per mettere in pratica sul campo ciò che è stato appreso. Ad ogni incontro si accompagna una uscita in natura.

Polli:Bright (www.pollibright.it) è un progetto di CS sugli insetti impollinatori in Toscana promosso dal MSNM e rivolto alle scuole (dagli ultimi anni della primaria ai primi della secondaria di secondo grado). Deriva da un adattamento del progetto inglese Polli:Nation, sviluppato dal team di OPAL (Imperial College) e dall’associazione Learning Through Lanscapes. Tutti e tre gli atenei toscani sono partner del progetto, che si ricollega a Bright, la notte della ricerca in Toscana. Nel corso della edizione 2018 in ognuna delle città coinvolte (Firenze, Siena, Pisa, Grosseto) è stato promosso il progetto, dando la possibilità ai partecipanti di costruire un bug-hotel, al fine di far comprendere l’importanza del fenomeno dell’impollinazione. Gli insegnanti e gli studenti delle classi coinvolte hanno partecipato ad incontri formativi sul fenomeno dell’impollinazione e sui metodi di campionamento, prendendo poi parte ai rilievi di campo, secondo un preciso schema descritto in manuali di campo appositamente realizzati. A scuola, gli studenti hanno riordinato i dati raccolti, che sono stati poi inseriti in un format online. I dati raccolti sono stati poi analizzati ed è stato redatto un report finale; i risultati sono stati presentati in occasione di Bright 2019.

Cross-Polli:Nation (https://www.opalexplorenature.org/xpollination) si configura come una evoluzione di Polli:Bright e Polli:Nation. È un progetto di CS sugli insetti impollinatori finanziato da National Geographic USA e sviluppato dal MSNM in collaborazione con Imperial College, Open University, Università di Aberdeen, Learning Through Landscape e St. Alban School (GB). In Italia Museo di Storia Naturale della Maremma è il soggetto coordinatore dei tre partner universitari Toscani, oltre ad altri partners in altre regioni. Alla raccolta di dati sugli insetti impollinatori si abbina una azione di semina (planting for pollinators) di essenze vegetali fiorite selezionate per attrarre le principali specie, una verifica della presenza degli insetti a seguito di questa azione e un impegno formale da parte delle scolaresche coinvolte nei confronti della protezione degli insetti impollinatori (Polli Promise).

Natura sulle Mura Il monitoraggio della biodiversità può avvenire anche in contesti urbani, per la produzione di banche dati che consentano di valutare le comunità animali e vegetali presenti e per rendere consapevoli i cittadini sulla natura presente in città. Grosseto è tra le pochissime città italiane con una cinta muraria ancora pressoché integra, costituita da ampi terrapieni e aree verdi. Natura sulle mura è un evento promosso dal MSNM che prevede l’iscrizione gratuita in museo, un’ora di rilievi di campo tramite foto scattate ad ogni forma vivente spontanea, il rientro in museo per le determinazioni e piccoli premi finali a carattere naturalistico (guide, partecipazione gratuita ad eventi a pagamento del museo). I risultati in termini di partecipazione e di specie trovate sono incoraggianti e si sta strutturando una comunità locale di soggetti interessati a proseguire i campionamenti nel tempo.

Progetto Talytrus. Il progetto, pensato per gli studenti delle classi prime, seconde e terze della scuola secondaria di 1° grado dell’Istituto Comprensivo Civinini di Fonteblanda (GR), si pone l’obiettivo di coniugare lo studio delle scienze con l’applicazione del metodo scientifico di ricerca.

Il percorso, pluriennale, prevede esperienze sul campo seguite da formulazioni di ipotesi scientifiche da verificare con elaborazioni dei dati raccolti, supportati da ricercatori e operatori facenti capo al MSNM. Il progetto propone attività di CS dedicate agli ambienti costieri e, in particolare, alle specie che colonizzano i banchetti di posidonia e a quelle che caratterizzano gli ecosistemi spiaggia-duna. Si tratta di biocenosi molto interessanti, particolarmente a rischio sia per l’accumulo di sostanze nocive e di materiali plastici, sia per la forte pressione ambientale esercitata dal turismo di massa e dalla azione erosiva del mare. In una prima fase i ragazzi, aiutati da esperti del Museo, elaborano ipotesi di ricerca e mettono a punto i campionamenti. Le indagini di campo vengono effettuate sia in primavera che in autunno, al fine di verificare le differenze determinate dall’impatto antropico del periodo estivo. I dati raccolti vengono elaborati in aula con la consulenza dei ricercatori, per poi arrivare alla produzione di un report finale e ad una pubblicazione scientifica.

BioBlitz. Si tratta di una sfida per individuare in un definito arco di tempo (di solito 24 ore) il maggior numero di specie presenti in una determinata area. È un modo informale e divertente di raccogliere dati sulla varietà delle forme di vita che possiamo trovare in natura e di imparare a riconoscere e registrare le principali specie. Consente di far crescere la consapevolezza dell’importanza della biodiversità e del suo monitoraggio, permettendo allo stesso tempo la raccolta di dati scientifici originali e utili per la conservazione. Scienziati e cittadini collaborano fianco a fianco alla raccolta di dati. Un mix di ricercatori e pubblico è infatti la chiave dell’iniziativa; tutti possono prendervi parte, in modo diverso: bambini, famiglie, scuole, adulti di ogni età, purché accomunati dalla passione per la natura. I partecipanti vengono suddivisi in gruppi, coordinati da ricercatori esperti, per svolgere attività di raccolta di dati scientifici (censimenti di uccelli, rilevamenti della vegetazione, campionamenti di insetti, ecc.). Non tutte le specie possono essere identificate sul campo: al termine delle attività i gruppi di lavoro si muovono verso il Campo Base, dove avviene l’identificazione delle specie mediante guide, chiavi dicotomiche e microscopi. Tutti i dati raccolti nel corso del bioblitz e delle uscite di campo vengono poi inseriti nel sito www.naturaesocialmapping.it

I BioBlitz offrono quindi l’opportunità a scienziati professionisti, naturalisti dilettanti e comunità locali di esplorare e imparare insieme. Aiutano ad accrescere la consapevolezza dell’importanza della biodiversità e del monitoraggio biologico, generando allo stesso tempo un inventario di “istantanee” sulle specie presenti in un dato sito (Robinson et al., 2013).

MNHM ha organizzato numerosi BioBlitz di 24 ore (Sforzi 2017), ciascuno situato all’interno di un sito Natura 2000, una rete europea di Siti di Importanza Comunitaria. In media vengono svolte 30 diverse tipologie di attività per ogni BioBlitz, con oltre 1.800 partecipanti che hanno contribuito negli ultimi sette anni. Questo livello di partecipazione è incoraggiante, soprattutto considerando la posizione geografica e la bassa densità di popolazione delle aree di indagine. Gli elenchi di specie finali variano tra 450 e 700 specie terrestri e d’acqua dolce (con, in alcuni casi, specie marine). I risultati dei BioBlitz vengono poi sintetizzati in specifici report, distribuiti a tutti i partecipanti (vedere, ad esempio, Sforzi et al., 2013).

 

Alcuni spunti finali

La CS include un ampio ventaglio di progetti in cui semplici cittadini possono prendere parte attivamente alla ricerca scientifica, in molti settori delle scienze. Negli ultimi anni l’incremento di soluzioni informatiche e tecnologiche ha fornito un impulso importante, favorendo un importante sviluppo di questo modo di fare scienza.

La principale critica da parte della componente del mondo scientifico ancora non persuasa della validità della Citizen Science è data dalla percezione che i dati raccolti non siano attendibili; tuttavia i volontari che hanno acquisito una certa esperienza sono in grado di raccogliere informazioni sempre più accurate e affidabili. Inoltre, soprattutto in seno alle associazioni internazionali, si sta lavorando per un costante miglioramento degli standard qualitativi, dei processi di validazione dei dati, formazione dei partecipanti e produzione di strumenti in grado di garantire dati sempre più affidabili.

Ad oggi la CS si è dimostrata quindi in grado di produrre database (validati e verificati) utili per la ricerca, generare grandi quantità di dati in tempi relativamente brevi e contribuire ad identificare trend, differenze o somiglianze di parametri o osservazioni nel tempo e nello spazio. Sembra certo che questo processo sia destinato a rafforzarsi, e ciò porterà ad acquisire una maggiore partecipazione e consapevolezza, in grado di cambiare nel prossimo futuro anche il modo di affrontare le emergenti questioni ambientali. In questa ottica la Citizen Science rappresenta un processo di elevato valore civico e culturale, che (in particolare nel settore ambientale), può avere numerosi effetti e risultati:

–     sensibilizzare in modo partecipativo la società verso i temi scientifici;

  • (ri)portare le persone a contatto diretto con la natura;
  • formare bambini, ragazzi ed adulti, fornendo strumenti conoscitivi dell’ambiente naturale e mettendoli in grado di contribuire personalmente e fattivamente al monitoraggio, tutela e salvaguardia di habitat e specie;
  • sviluppare un maggior senso civico e atteggiamenti più rispettosi dell’ambiente;
  • andare oltre le pur meritorie esperienze di educazione ambientale, coinvolgendo i cittadini in una partecipazione diretta alle azioni di monitoraggio e conservazione;
  • spronare i ricercatori a collaborare mediante la messa a punto di chiavi dicotomiche semplificate per il riconoscimento delle principali specie di animali e piante, la realizzazione di progetti ad hoc e la elaborazione dei dati raccolti dai cittadini per valorizzare il loro lavoro;
  • creare una forte consapevolezza della necessità di contribuire alla conoscenza e salvaguardia del territorio, attraverso “the power of knowledge” (il potere della conoscenza).

Bibliografia

Agnello G., Sforzi A., Berditchevskaia A., 2018. Verso una strategia condivisa per la citizen science in Italia. DITOS Consortium: London, UK. http://discovery.ucl.ac.uk/id/eprint/10070105

Bartoccioni, F., Gliozzo, G., Lorenzi, C., Sforzi, A., Haklay, M., 2016: A focus on local public participation in scientific research: citizen science in the Italian landscape. First International European Citizen Science Association (ECSA) Conference, Berlin, 19-21/5/2016.

Bonney, Rick, Ballard, Heidi, Jordan, Rebecca, McCallie, Ellen, Phillips, Tina, Shirk, Jennifer & Wilderman, Candie C. 2009. Public Participation in Scientific Research: Defining the Field and Assessing Its Potential for Informal Science Education. A CAISE Inquiry Group Report.

DITOs consortium, 2019. Verso una strategia nazionale condivisa: Linee guida per lo sviluppo della Citizen Science in Italia. (DITOs policy briefs 6). Doing It Together Science (DITOs): London, UK (disponibile su http://discovery.ucl.ac.uk/10073921/)

Robinson, L.D., Tweddle, JC, Postles, MC, West, SE & Sewell, J. 2013. Guide to running a BioBlitz. Natural History Museum, Bristol Natural History Consortium, University of York and Marine Biological Association, UK.

Sforzi A. 2017. Citizen Science as a tool for enhancing the role of a museum. Museologia Scientifica Memorie 16 (2017): 124-128.

Sforzi A., Pezzo F, Ferretti F & V, Rizzo Pinna. 2013 Report del primo BioBlitz della Toscana (25-26 Maggio 2013, Oasi San Felice, Grosseto). Grosseto, Italy: Museo di Storia Naturale della Maremma, 2013.

Sforzi A., Tweddle J., Vogel J., Lois G., Wägele W., Lakeman Fraser P., Makuch Z. and Katrin Vohland. 2018. Citizen science and the role of natural history museums. Citizen Science Innovation in Open Science, Society and Policy, 10/2018, UCL Press: pages 429-444.

FARE SCIENZA IN MODO PARTECIPATO: PRINCIPI E POTENZIALITÀ DELLA CITIZEN SCIENCE

di Andrea SFORZI

direzione@museonaturalemaremma.it
Direttore del Museo di Storia Naturale della Maremma
Membro del Board of Directors della European Citizen Science Association (ECSA)

Introduzione
La coscienza popolare verso le questioni ambientali è in crescita, così come il livello di conoscenza e la disponibilità a forme di collaborazione trasversale da parte dei cittadini. Negli ultimi decenni, in risposta a questa richiesta, si è diffusa, dapprima in USA poi in Australia e in Europa, la Citizen Science (CS). Questo concetto, che potrebbe essere tradotto nella nostra lingua come “scienza dei cittadini” o “scienza partecipata”, si riferisce al coinvolgimento e la partecipazione attiva e consapevole di persone di varie età, formazione ed estrazione sociale, in attività di ricerca scientifica. Il processo di “democratizzazione della scienza”, avviato da qualche decennio, ha interessato nel tempo un numero sempre più ampio di discipline e di persone, divenendo un fenomeno di rilievo da molti punti di vista, con alcune conseguenze importanti, come la crescente capacità di raccogliere ed elaborare dati che possano contribuire ad orientare scelte politiche.

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