Il ritorno della lontra (Lutra lutra) nell’Italia nord-orientale

di Luca LAPINI

luca.lapini@comune.udine.it
Museo Friulano di Storia Naturale
Via Sabbadini 32, I-33100 UDINE

 

Viviamo un periodo storico davvero eccezionale, che, pur in un periodo di crisi ecologica globale, vede molte specie quasi estinte negli anni ’70 del XX secolo ripopolare il bel paese. Fra le vicende più sorprendenti che stiamo seguendo da anni nel Nord Italia merita citare la storia della lontra. Nell’Italia nord-orientale la lontra si è estinta fra gli anni ’50 e ’70 del secolo scorso. Per essere più precisi l’ultimo dato sostenuto da reperti oggettivi (cranio e pelle) si riferisce ad un soggetto abbattuto nel 1967 vicino a Precenicco, sul F. Stella (Udine). Tuttavia la specie era ancora sporadicamente presente lungo il confine italo-sloveno (fiume Natisone/Nadiza, singoli spraint raccolti nel 1984 e nel 2008), probabilmente con esemplari erratici provenienti dalla vicina Slovenia.

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Nel 2008 la specie è comunque comparsa nelle acque danubiane italiane -lungo la Drava/Drau ed affluenti in Alto Adige- dove si è formata una prima popolazione di origine austriaca -tuttora presente- scoperta da A. Kranz e tuttora seguita da D. Righetti (ex provincia di Bolzano). Il ritorno della specie nella Regione Friuli Venezia Giulia è stato inizialmente (2006) segnalato dall’ingresso di un esemplare adulto nelle vasche di raffreddamento dell’ex Acciaieria Weissenfels (Bacino Danubiano, Fusine in Valromana, Tarvisio, Udine).

 

Spraints raccolti sul T. Degano il 9 marzo 2019. Foto L. Lapini 

La cosa, registrata dal Corpo Forestale dello Stato e segnalata al Museo Friulano di Storia Naturale di Udine, fu subito seguita da due brevi bridge otter survey che non dettero esito. l’11 settembre 2011, tuttavia, fu investito un maschio adulto di lontra in Comune di Treppo Grande, provincia di Udine. La prima dopo quasi cinquant’anni. Le verifiche genetiche indicarono che l’animale era di provenienza austriaca. La cosa stimolò immediate otter surveys tutto il medio corso del Fiume Tagliamento (Museo Friulano di Storia Naturale, Polizia locale di Pordenone, Corpo Forestale della Regione Friuli Venezia Giulia, Ente Tutela Pesca). Nonostante le survey in corso non dessero alcun esito, nell’agosto del 2012 fu investito un altro maschio su un ponte autostradale del medio Tagliamento (Trasaghis, Udine). Nel frattempo era partita una serie di verifiche di campagna sulla diffusione del visone americano (Neovison vison) -finanziate dall’Università di Trieste nel quadro del Progetto SHARM-, seguite dalla specialista F. Iordan.

Nel corso delle verifiche di campagna un collaboratore della Iordan ha rinvenuto spraints di lontra in tre diversi siti situati sul Rio del Lago inferiore, vicino a Fusine in Valromana, Tarvisio, Udine (18 marzo 2014, M. Pavanello obs.). Ciò ha stimolato immediate otter surveys nel Tarvisiano (Museo Friulano di Storia Naturale, Progetto Lince Italia, Therion Research Group, Corpo Forestale della Regione Friuli Venezia Giulia, Ente Tutela Pesca), che hanno chiarito che la specie era già diffusa in tutte le aste fluviali dell’area (circa 60 km di reticolo idrografico, tutto in Bacino Danubiano) (http://www.life-rarity.eu/images/pdf/download/gortania_2014.pdf).

La diffusione della specie, inoltre, già all’epoca era estesa nel vicino territorio sloveno, almeno fino alle paludi di Ratece, di Zelenci, presso Podkoren, ad Est almeno fino a Kranjska Gora (https://www.iucnosgbull.org/Volume32/Pavanello_et_al_2015.html). La sorgente (source) della popolazione è certamente austriaca-carinziana, mentre la vicina Slovenia in questo caso sembra comportarsi da inghiottitoio (sink), accogliendo gli animali tarvisiani che per lo più scendono verso Est lungo la Sava Dolinka. La sua situazione attuale sembra comunque discreta, con diverse riproduzioni accertate (in base al censimento di impronte di cuccioli) fra 2014 e 2019.

La stima più attendibile del numero di esemplari attualmente presenti nel tarvisiano sembra essere compresa tra i quattro e i sette esemplari, ma la piccola popolazione è certamente ancora dipendente da quella austriaca. In queste zone la specie mostra lievi tendenze all’espansione e viene ancor oggi costantemente seguita dal Progetto Lince Italia (R. Pontarini e P. Molinari) e dal Museo Friulano di Storia Naturale di Udine. I principali problemi di questi animali sono legati all’elevata road mortality, che ha portato alla perdita di cinque esemplari in soli quattro anni (2016-2018). Se a questi si aggiungono i soggetti investiti nel Bacino del medio Tagliamento in provincia di Udine si raggiunge una quota di sette maschi in otto anni (2011-2019). Sia giovani (anche un cucciolo di circa tre mesi), sia adulti.

Proprio per arginare queste continue perdite, il Comune di Tarvisio e alcune Università dell’Italia nord-orientale stanno cercando di far partire un progetto Life mirato, fra l’altro, a mitigare la mortalità stradale delle lontre in queste zone montane. Il successo di queste iniziative consentirà di mitigare il problema, che sembra costituire il principale ostacolo alla spontanea ri-colonizzazione del Bacino Padano-Veneto da parte della lontra. Le verifiche esperite lungo il confine sloveno, comunque, indicano che la lontra può penetrare in Italia sia dal Tarvisiano, superando la Sella di Camporosso (Udine), sia dalle Prealpi Giulie (fiume Natisone/Nadiza in Italia: spraints del 1984 e 2008; fiume Uceja/Uccea in Slovenia: spraint 2016), sia dal Carso Isontino (fiume Vipava/Vipacco in Slovenia: spraint 2018). La situazione attuale, esposta al recente convegno di Trento “La lontra la regina dei fiumi” (Muse, Trento, 9 febbraio 2019), sembrava abbastanza statica, senza recentissime novità. Ma le cose non sono mai come sembrano.

G. Cantarutti fotografa il primo spraint rinvenuto il 9 marzo 2019. Foto L. Lapini.

Il 9 marzo 2019 siamo andati a verificare la località di un bel video di visone americano (Neovison vison), ripreso come lontra da un pescatore nelle tarda primavera 2018 ed inviatoci dall’appassionato Giovanni Cantarutti, di Rigolato. Era stato ripreso lungo il T. Degano in Comune di Forni Avoltri (Udine), dove avevamo da tempo dimostrato la riproduzione di questo mustelide semi acquatico nord-americano (https://www.researchgate.net/publication/297191776_Mammalia_2016_aop_Evidence_for_naturalization_of_the_American_mink_Neovison_vison_in_Friuli_Venezia_Giulia_NE_Italy).

Ma tant’è, dato nuovo rinfresca il vecchio, e verificare nuove informazioni è una attività usuale nelle attività di ricerca. Sorpresa. Sotto un ponte nei pressi del punto delle riprese di visone americano c’erano due marcature di lontra. Gli spraints di lontra (così si chiamano queste particolari marcature) sono il modo più attendibile di censire la presenza della specie e consentono anche di ottenere riprese da camera traps (foto-trappole) degli animali in attività di marcatura.

Gli spraints di lontra sono simili a borre (pellets rigurgitati costituiti da resti di prede non digeriti) di gabbiano o airone, ma hanno un tipico odore oleoso dolciastro, che ricorda il miele mescolato a quello dei gamberetti essiccati. Le borre di gabbiano ed airone, così come le fatte di visone americano, al contrario, hanno odore di pesce marcio, o più genericamente di marcio, La presenza della lontra in questi habitat montani oligotrofici ci ha lasciato senza parole. Soprattutto per la distanza di più di cinquanta chilometri in linea d’aria dalla popolazione di Tarvisio (l’unica oggi presente nell’Italia nord-orientale), che rende poco verosimile supporre che l’animale sia arrivato dal Tarvisiano. Ancora una volta la lontra non legge i nostri stessi libri, che la descrivono come un animale di pianura o bassa collina. Sembra infatti più verosimile che sia arrivata nel Comune di Forni Avoltri direttamente dall’Austria, valicando i passi alpini che sovrastano l’alta Carnia, compresi fra i 1500 e i 2000 metri.

Siamo allora subito andati a verificare in alcune stazioni storiche di pianura, supponendo che la nostra amica fosse ormai arrivata anche in pianura. Nessuna evidenza, per ora, ma le ricerche continuano. La situazione viene costantemente monitorata sia per comprendere meglio la situazione, sia per gestirla nel modo migliore. Oltre alla già citata mortalità stradale, urgentemente da mitigare, infatti, occorre gestire i prelievi di nutrie (Myocastor coypus) in maniera compatibile con la futura stabile presenza della lontra. Qualsiasi metodo di controllo delle nutrie si adotti (sparo notturno col faro o utilizzo di trappole a cassetta), infatti, la possibilità di catturare e uccidere una lontra è piuttosto elevata. La morte per inedia di una lontra accidentalmente catturata in una trappola a cassetta poco seguita può essere molto rapida.

 

Attuale distribuzione della lontra Lutra lutra secondo il sistema cartografico LAEA 1989
con reticolo 10×10 km. La situazione slovena è ancora poco indagata.
Rosso (spraints, esemplari viventi ed investiti) e grigio (soggetti investiti): dati posteriori al
2010; arancione: dati 1984-2010 (spraints).
Sintesi cartografica L. Lapini.

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