Il ritorno della lontra (Lutra lutra) nell’Italia nord-orientale

di Luca LAPINI

luca.lapini@comune.udine.it
Museo Friulano di Storia Naturale
Via Sabbadini 32, I-33100 UDINE

 

Viviamo un periodo storico davvero eccezionale, che, pur in un periodo di crisi ecologica globale, vede molte specie quasi estinte negli anni ’70 del XX secolo ripopolare il bel paese. Fra le vicende più sorprendenti che stiamo seguendo da anni nel Nord Italia merita citare la storia della lontra. Nell’Italia nord-orientale la lontra si è estinta fra gli anni ’50 e ’70 del secolo scorso. Per essere più precisi l’ultimo dato sostenuto da reperti oggettivi (cranio e pelle) si riferisce ad un soggetto abbattuto nel 1967 vicino a Precenicco, sul F. Stella (Udine). Tuttavia la specie era ancora sporadicamente presente lungo il confine italo-sloveno (fiume Natisone/Nadiza, singoli spraint raccolti nel 1984 e nel 2008), probabilmente con esemplari erratici provenienti dalla vicina Slovenia.

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di Francesco MEZZATESTA

Ridevamo spesso con Fabio. Scherzavamo con lui, maestro di ironia, per esempio sui cosiddetti “scientifici”, cioè quei  biologi,  zoologi, ecologi, ecc. che trovavano sempre il pelo nell’uovo nelle iniziative che proponevamo sulla conservazione della natura e che portavamo avanti interfacciandoci con i migliori esperti inglesi che facevamo arrivare in Italia a dare consigli.

Ma l’esperto  di wildlife management  come certi super tecnici naturalisti britannici, noi, l’avevamo in casa, ed era Fabio. Con la sua storia, frutto anche delle esperienze fatte oltremanica, si differenziava da molti ricercatori anche bravi ma spesso troppo teorici perché lui, nelle scelte sulla conservazione della natura, andava sempre su una progettualità pratica non solo teorica privilegiando progetti soprattutto operativi e comprensibili da tutti, pur mantenendo il suo perfetto background tecnico-scientifico.

Fabio PERCO e Franca ZANICHELLI

La sua esperienza sui ripristini ambientali era pari a quella dei suoi ispiratori a Slimbridge, cioè, per l’Italia, qualcosa di stellare. Tra noi ci si intendeva al volo. A quel tempo ero Segretario generale Lipu impegnato a lanciare l’associazione con iniziative di qualità ma anche promozionali e Fabio impersonava perfettamente l’esperto giusto per un’associazione dedicata alla protezione degli uccelli e che aveva come motto: “fare le cose e farle sapere”. Le sue idee ci spingevano a sognare: dalla ricreazione di wetlands  attrezzate per il birdwatching  sull’esempio della sua stellare Isola della Cona  di foce Isonzo, alla reintroduzione della Cicogna bianca in Italia, a nuove oasi nel delta del Po, a iniziative per la protezione dei  rapaci sia in Italia che in Croazia.

Non sempre gli venivano riconosciuti i meriti che aveva e vista la sua “signorilità britannica” di non darsi importanza, a volte poteva essere sottovalutato il suo straordinario valore. Voglio ricordare soltanto tra le sue tante iniziative quando organizzo’ per noi la reintroduzione della Cicogna bianca in Italia con un progetto fantastico a cui alcuni dei soliti “scientifici” sembravano non credere. Con una corriera targata Lipu partimmo per il centro  Cspu ad Altreu in Svizzera dove Max Bloesch aveva  fondato  il suo centro elvetico per la riproduzione delle cicogne di cui era considerato  il “papà”. Il gruppo era costituito da Fabio Perco con la moglie Chiara, la figlia Nicoletta allora bambina e non ancora una naturalista come è oggi, Maurizio Ravasini, Bruno Vaschetti  e il sottoscritto.

Con Fabio PERCO al centro cicogne Altreu (CH)

Lo scopo era  di portare le cicogne in Italia a Racconigi, in provincia di Cuneo, facendo nascere anche nel nostro Paese un  Centro cicogne, questa volta Lipu e gestito da un entusiasta Bruno Vaschetti. Così prelevammo  10 esemplari di Cicogna bianca nate presso questo centro certificato dalla Stazione ornitologica di Sempache e le trasportammo a Racconigi. Il progetto di Fabio Perco era perfetto e molto dettagliato e prevedeva di riuscire a far riprodurre le cicogne, prima  tenendole in zone recintate posizionando  nelle vicinanze  nidi artificiali, per poi, una volta ambientate, lasciarle libere in modo da facilitarne la riproduzione in libertà.

Dopo 34 anni le cicogne da 10 individui che erano, sono oggi ormai oltre 30 coppie stabili che si riproducono ogni anno e sono ben 1500 i giovani esemplari che da quel primo momento si sono involati negli anni successivi imparando a migrare e anche a nidificare in varie parti d’Italia.

Grazie Fabio!